io quando avevo vent’anni avevo sonno.


The Mojomatics – Don’t Pretend That You Know Me (2008)

 

Giungono alla terza fatica i veneti Mojomatics, duo composto di chitarra e batteria in piedi sulla scena garage-rock europea già da 5 anni. Incidono questa volta per Ghost Records, etichetta di Varese che in passato ha prodotto gruppi del calibro di One Dimensional Man e Ronin e che ora punta proprio su di loro per varcare lo stivale italico e lasciare il segno anche in Europa, o se possibile anche oltre.

Il duo, formato dal combo MojoMatt/DaveMatic sa veramente cosa ci vuole per preparare un genuino e divertente rock’n’roll senza fronzoli.
Ed è subito impatto: tiratissima l’iniziale “Wait a While”, pare di sentire un Dylan che prende chitarra, ci butta due accordi e indiavolato ci da dentro come non mai.
Non passano manco due minuti che ci si ritrova dentro al twist di “Miss Me when i’m Gone”, ritmo pulsante e una vibrante armonica a farla da padrone.

“Clean My Sins”,”Askin’ for a better circumstance”,”You Are Not Me (Fortunately)” crescono, irregolarmente, tra continue frenate e ripetute accelerazioni.
Ad ascoltare “Complicate My Life” a tratti ci si ripropone sempre le stupide domande, ma dai suonano veramente solo in due? Si cerca di capire se c’è la presenza di un terzo elemento. Si, c’è, ma non è come voi vorreste che si presentasse. Una sorta di sinergia insomma, un valore in più che nasce dall’affiatamento tra i due e che si insedia come presenza determinante nella riuscita dei loro pezzi.

“Stars Above” rimpasta i miti country-folk americani, Johnny Cash e il già prima citato Bob Dylan, che se prima l’abbiamo voluto immaginare in una (inusuale) veste che è proprio il contrario dell’aggettivo pacato, qui invece lo riproponiamo nelle sue più abituali vesti.

Ulteriore scossa quella di “She Loves”. Per chi invece conosce “Why Don’t You Leave Me”, brano apripista del disco del 2006, sembra quasi venga riadattata e arrangiata a ritmi più blandi in “Losin’ Time”. Arriviamo a “Down My Spine”, che è anche il pezzo uscito su 45 giri, che ha anticipato di qualche mese l’uscita dell’album, e alle conclusive “Hole in My Heart” e “Winter Got No Eyes”.

Mojomatics Live @ Titty Twister, foto di captain_bls

Dodici pezzi che filano dritti in poco più di mezzora. Non aggiungono niente al rock’n’roll, ma vi regaleranno un breve e consistente ripasso, aggiungendoci freschezza e un guadagnato divertimento.

I Mojomatics si dipingono in modo (scherzosamente) arrogante, il titolo stesso dell’album avverte l’ascoltatore che già li ha ascoltati in precedenza a “non pretendere di conoscerli” così a fondo. E se di “fondo” si discute, un fondo di verità c’è: il disco suona più pulito e meno grezzo dei precedenti due. Un mutamento che li ha trasformati in una band impegnata a ricercare la semplicità, connubio di immediatezza. Probabilmente questo disco chiuderà la trilogia di band formata da soli due membri, iniziata con “A Sweet Mama Gonna Hoodoo Me”(2004), proseguita con “Songs For Faraway Lovers”(2006), fino all’ultimo lavoro di cui sopra vi ho parlato. Presto, già dalla prossima tournee, si potrebbe e dovrebbe unire a loro un terzo membro, quasi sicuramente un bassista.

The Mojomatics – Miss me When I’m Gone